La Vallarsa e la sua Gente. Testimonianze della Grande Guerra.

Centro Promozionale Vallarsa

R.B.S. Ed., 1982. Pagg. 80

 

Nella tarda primavera del 1916 le cose cominciarono a peggiorare :”Siamo rimasti sette o otto giorni chiusi in cantina per i combattimenti fra pattuglie di italiani che venivano da una parte e quelle degli austriaci che venivano dall’altra. Sentivamo le granate che esplodevano.” (M. I)

Così :” è venuto il giorno che siamo dovuti scappare“. (Z. E.)

La confusione fu grande : parte della popolazione fu evaquata in Austria, parte in Italia. La destinazione fu imposta dalle circostanze, raramente si trattò di una scelta “avremmo potuto andare verso l’Italia, ma invece siamo andati in fuori (Z.E.)”. In alcuni casi le famiglie furono divise. Soprattutto fra i più anziani molti non volevano assolutamente partire :”La nonna era vecchia e non voleva partire. Diceva portatemi su nel letto della mia Luigina e lasciatemi morire lì. Due soldati caricarono la nonna sulla barella e la portarono di notte fino a Staineri e la notte seguente fino a Matassone (C.G.)”.

In settembre siamo partiti con il treno merci : tre giorni di viaggio e l’arrivo a Mitterndorf – villaggio di mezzo – Holzstadt – città di legno (R.A.)”. Nella precaria sistemazione delle baracche la vita era piuttosto dura; tuttavia poco a poco ci si incominciò ad organizzare. Coloro che potevano hanno cominciato a lavorare e per i più giovani fu organizzata la scuola.

La dura vita dei profughi fece molte vittime. “I nostri morti nelle baracche sono stati tanti; è rimasto un cimitero solo per loro (M.E.)”.

Da “La Vallarsa e la sua gente” (Testimonianze della Grande Guerra)

fotografie

 

 

Sommario

●  Situazione in Vallarsa agli inizi del ‘900
●  La leva di massa
●  I lavori di fortificazione
●  Guerra fra Italia e Austria: avanza l’esercito italiano
●  Primo anno di Guerra: l’esodo
●  L’evacuazione di tutta la Valle
●  A Mitterndorf
●  A Legnano e in Liguria
●  Il ritorno e la ricostruzione
●  I recuperanti