il volto della comunità

Già nei documenti più antichi, la Comunità di Vallarsa appare viva e palpitante. La Valle ne viene percepita come la culla: in essa la Comunità si costituisce, si sviluppa e cresce mentre va documentando i momenti fondamentali della sua esistenza.

Una piccola Comunità, composta da pochi masi dispersi su tutto il territorio delle due sponde, ma che sa esprimere, in forza delle stesse esigenze di vita, un profondo senso di appartenenza.

Le fonti indicano anche il luogo dove la Comunità si raccoglieva ad operare quelle scelte per il bene comune che la resero protagonista della propria storia. Un cammino lungo il suo, dove l’amministrazione che esegue il mandato, si salda completamente con la Comunità che partecipa e decide.

Prima esigenza: darsi un ambito territoriale ben preciso ed estendere il territorio a monte per garantirsi la sussistenza con il possesso e lo sfruttamento dei beni collettivi, boschi, pascoli e forse, anche miniere. Ma l’attenzione supera immediatamente l’aspetto economico dei problemi e si fa interprete delle esigenze primarie della persona con una ricca serie di iniziative rivolte alla promozione sociale della Comunità stessa. Non solo, ma la Comunità si interroga, riflette sul proprio modo di essere e sancisce con apposito regolamento l’anima del suo operare: quello che fino ad allora era stato modo di vita, quello che veniva chiamato ‘antica consuetudine’, diventa legge.

Attraverso la lettura attenta dei documenti lasciati in eredità e tanto gelosamente conservati lungo i secoli, è possibile ricostruire questo stupendo itinerario di civiltà, frutto di una esperienza democratica autentica e autonoma. Una genesi di vita comunitaria determinata dalla necessità di sopravvivenza, ma anche dall’urgenza di valori: quasi un saper costruire la propria casa, sasso su sasso.