Vendita del taglio della legna al forno di Torrebelvicino

ARCHIVIO COMUNALE VALLARSA

VENDITA DEL TAGLIO DELLA LEGNA PER 9 ANNI DI UN BOSCO PRESSO IL PIAN DELLA FUGAZZA FATTA DAL COMUNE DI VALLARSA AI SOCI DEL FORNO DI TORREBELVICINO 1538
(Storica di don Ivo Leonardi)

 

Nel nome di Cristo. Amen

L’anno dalla sua nascita 1538, indizione XI, lunedì 22 luglio.

A Rovereto di Val Lagarina, diocesi di Trento, nella camera terrena della casa del nobile signor Giovanni Battista del Ben.

Presenti: l’egregio Giovanni Paoli da Ala, l’egregio Antonio fu Salvatore de Por da Lizzanella, maestro Bernardino da Ala cerdone (conciapelli) in Rovereto, e Nicolò dal Moietto, testimoni noti e pregati.

Ivi l’egregio Gregorio fu Pietro dal Dosso di Valmorbia, massaro del comune di Vallarsa, insieme con l’egregio Giacomo da Matassone, giurato di detto comune, agnedo a quei titoli, e, come asserirono, su commissione di detto comune e di quegli uomini, per i quali promisero per sè e per i loro successori in forma solenne impegnando i propri beni, diedero e vendettero all’egregio Bonfadino de Bonfadini da Gazani (Carzago della Riviera?) della Riviera di Salò, abitante a Rovereto, stipulante e ricevente per sè e per i suoi eredi, nonché in vece e in nome del Signor Isepo e dei signor Faustino de Bastari da Vicenza e del signor Giorgio Toaldi da Schio e del signor Isepo Pilati da Torre, soci del forno di Torre dell’Agro Vicentino, un bosco, ossia tute e singole le legna esistenti nella selva infrascritta, che piove ossia guarda verso il Piano della Fugazza, incominciando dalla sommità fino al fondo valle sotto le Casare, sito nelle pertinenze di Vallarsa sopra il Piano della Fugazza, incominciando dalla Lavina, attraverso la Crocetta, verso il territorio Vicentino, venendo verso le Casare, per il fondo valle, e tendendo verso un certo cengiato presso le Frate di quelli di Camposilvano e fino alla valle che tende in Repesòn, e come più chiaro sono stati posti e fatti i segnacoli.

Per averlo tenerlo e tagliarlo a loro piacimento, da qui a nove anni prossimi futuri; dichiarando per patto espresso tra le stesse parti, che, se entro il suddetto termine di nove anni quel bosco non sarà stato tagliato, il danno sia dei suddetti soci ed essi non abbiano in seguito alcun diritto in quei luoghi. Similmente, quando una volta sarà stato tagliato, essi non abbiano più alcun diritto e non possano tagliarlo più.

E tra loro fu concordato questo prezzo: 33 Renenzi, in ragione di 60 Grossi per ciascun Renense; dei quali, alla presenza dei testi soprascritti e di me notaio esibì ai venditori suddetti 4 Renensi e 10; il resto poi e siano tenuti a pagano i soci.

E così promise solennemente il suddetto Bonfadino, esclusa ogni… da pagare entro sei anni prossimi futuri.

(qui le parole sono alquanto sbiadite, perciò faccio un riassunto approssimativo del contenuto)

Quelli di Vallarsa si costituirono di tenere il bosco a nome dei soci del forno finché essi non ne abbiano preso reale possesso. Promisero inoltre di difendere quel bosco da ogni contradicente persona per la durata dei nove anni prossimi futuri. Fecero inoltre un patto espresso che, se i soci non potessero tagliare il bosco entro il termine stabilito per causa di peste o di guerra, quelli di Vallarsa prorogherebbero il termine.

Inoltre i soci per tagliare il bosco avrebbero assunto operai di Vallarsa.

Quindi le parti promisero a vicenda con solenne stipulazione di mantenere i patti e di non contravvenirvi, sotto pena di rifondere i danni e le spese e l’interesse della lite, e come garanzia di osservare queste promesse si obbligarono a vicenda tutti i loro beni presenti e futuri.

Io Paolo de Paoli da Volano, abitante a Rovereto, pubblico notaio di autorità imperiale, nonché giudice ordinario, sono stato presente a tutte queste cose e pregato le ho scritte pubblicamente. In fede di che mi sono pubblicamente sottoscritto.